Cosa vuol dire taggare su Facebook? scopriamolo insieme

Facebook, Instagram, Twitter, Tik Tok, Linkedin e tante altre piattaforme social hanno rivoluzionato il nostro modo di interagire e farci conoscere. Oggi come oggi curare il nostro profilo virtuale è ormai importantissimo. Se come utenti privati, possiamo comunque lasciarci andare a battute ironiche, riflessioni, sfoghi e condivisioni, come aziende non possiamo permetterci di sbagliare la strategy su Facebook Business.

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Definizione di taggare

L’azione del taggare è propriamente consona solo e unicamente ai social network. Deriva dall’inglese “to tag”, che traduce il nostro etichettare.

Per noi, fino al secolo scorso, questo verbo si associava alle etichette dei nostri vestiti o prodotti acquistati. Oggi lo associamo sempre di più a una specifica attività social.

Una persona o un’azienda taggano una persona o un partner pubblicitario, quando vogliono menzionarlo in un post o in una foto, in un video o in una story.

La funzione tag può essere usata anche per coinvolgere la persona “segnalata” in una discussione sui commenti oppure sulla bacheca.

Il verbo “to tag” modernizza quello che spesso si fa in ambito testuale: citare qualcuno o qualche fonte.

La sola differenza è nell’atto digitale. Il tag si distingue per il carattere e rimanda al profilo di quella persona o azienda. Insomma il tag è un link, così come ne vediamo tanti sui siti web.

Cosa si può taggare oggi?

Con la crescita dei social anche in ambito geolocalizzato, oggi si possono taggare molte più cose.

Possiamo taggare anche i luoghi visitati, località di benessere, ristoranti, location oppure coinvolgere gli altri nelle nostre attività: una serie TV o un film o una partita o un ebook da leggere. Queste sono soltanto alcune svariate possibilità.

Come si fa a fare un tag?

Per menzionare una persona o società è sufficiente utilizzare il simbolo a forma di chiocciola presente sulla tastiera dei telefonini. Cliccando la @, il partner o amico indicato potrà essere cercato per nome e cognome o ragione sociale ecc…

Anche se Facebook ha ormai creato un meccanismo per cui, se si scrive nome e cognome della persona stessa, con il tap è già possibile inserirla nel testo.

Instagram ha creato nei post la voce “tagga le persone”, per cui con il tap, si arriva al media da inserire e si può fare cerca utente. Mentre nelle story si può utilizzare l’apposita funzione menzione.

Nel caso di tag a brand o vip o pagine commerciali il procedimento è lo stesso.

Ricordiamo sempre che chi è taggato riceve una notifica da chi lo tagga e che quel tag appare sulla bacheca.

Motivo per cui, sia Instagram che Facebook, hanno introdotto una funzione nella privacy che consente di rifiutare sul proprio diario o profilo il tag ricevuto.

Perché tagghiamo?

Ma ci siamo mai chiesti perché tagghiamo?

I social network sono una rete: più persone sono coinvolte più la community cresce.

Se questo è il significato in sé dell’operazione ovvero il suo senso astratto, nell’atto concreto il tag può valorizzare un profilo.

In che senso? Se, per esempio, un’azienda in fase di crescita viene taggata da un brand o influencer conosciuto, quel tag avvalora la reputazione dell’azienda stessa e ne accresce l’interazione virtuale.

È sempre possibile taggare?

Un’accortezza sul tag di cui tener conto è che non si tratta di una pratica superificiale. Taggare vuol dire menzionare. Spesso fare troppi tag diventa invadente e così si passa da una citazione piacevole e utile a un’azione di spam.

Il rischio, se si esagera troppo, è di essere bloccati dal social o bannati da un gruppo o segnalati da un utente.

Taggare lo si fa solo quando è strettamente necessario e se c’è un accordo anche con il partner pubblicitario o con gli amici o followers coinvolti.